Mio padre non è ancora nato
Un intenso ed emozionante spettacolo sul rapporto tra una figlia e un padre che conferma la qualità di due artisti umbri ormai affermati in tutta Italia.
Una giovane donna e una storia da incidere. Incidere nella memoria o ri-creare nell’immaginazione. Davanti agli occhi un quadro, un uomo di sessant’anni e sessant’anni di un uomo che ha avuto un’amnesia temporanea e vive in un camper. In mezzo sette anni di distanza e un’epoca del rancore. È la voce sola della giovane donna a incidere, a comporre il dialogo. Solo alla fine si esce allo scoperto. All’aperto di un bosco sacro che non è un bosco, ma un parco di periferia e che di sacro ha forse solo l’abbandono. E come nel “posto delle fragole” di Bergman, lo specchio della memoria diviene un’esperienza di autenticità in cui la riconciliazione avviene per vie impensate e inadatte. Perdonare. Perdonarsi. Nascere. Al tramonto. In Occidente.
Ciò che la figlia non perdona al padre non è, dunque, il fatto di non averla amata, ma di non aver saputo dare ordine al caos.
di Caroline Baglioni, Michelangelo Bellani
con Caroline Baglioni
luce Gianni Staropoli
suono Valerio Di Loreto
supervisione tecnica Luca Giovagnoli
collaborazione artistica Marianna Masciolini
sguardo coreografico Lucia Guarino
con il sostegno del Teatro Stabile dell’Umbria
residenze artistiche: Straligut Teatro; Re.te Ospitale –
Compagnia teatrale Petra;
Terni Festival/Indisciplinarte Teatro delle Ariette