la nostra maestra è un troll

LA NOSTRA MAESTRA È UN TROLL: MABELLINI PORTA IN CLASSE DENNIS KELLY. BY MARIO BIANCHI TEATRO RAGAZZI19 NOVEMBRE 2020

Non è assolutamente raro, anzi è abbastanza normale, che in Italia uno spettacolo di teatro pensato per le nuove generazioni sia adatto a tutto il pubblico. In Francia questo tipo di teatro viene indicato infatti con il termine “Tout Public”.

E’ forse più raro però che da noi uno spettacolo dedicato a quel particolare pubblico che sono i bambini e i ragazzi possa essere letto in modo dissimile da diverse angolazioni, facendo riflettere e divertire adulti e ragazzi, bambini e ragazzi, genitori e figli, maestre e alunni.

E’ questo il caso di “La nostra maestra è un troll”, una nuova coproduzione di Accademia Perduta e Fontemaggiore, tratto da una narrazione fortemente teatrale dello scrittore inglese Dennis Kelly, “Our teacher’s a Troll”, tradotto dalla sua ex moglie, attrice di sicuro temperamento, Monica Nappo.

Al centro della vicenda ci sono due bambini assai scatenati, per non dire molesti: i gemelli Alice e Teo, che combinano guai a più non posso e che per questo esasperano così tanto la loro maestra, la signora Spunzoni, da indurla addirittura a licenziarsi.

Ma purtroppo per loro arriva a scuola un sostituto, un Troll che, come recita una vecchia poesia di Arrigo Boito, è rappresentato come “un fier colosso, nero, alto, grosso… una figura che fa paura!”.
La nuova maestra da subito istituisce nella scuola delle due “pesti” una specie di lager in cui terrorizza allievi e professori, costringendo i bambini a lavorare, pensate un po’, in una miniera d’oro, che viene realizzata nel cortile della scuola; e non appena un bambino commette un malefatto viene punito staccandogli la testa e mangiandogliela.

Alice e Teo, intelligenti e non certo supini, scioccati dalla condotta della nuova maestra/Troll, non sapendo cosa fare da soli, chiedono aiuto agli adulti: genitori, polizia, e parlano persino con il Presidente della Repubblica, non ricevendo però nessuna risposta. Gli adulti infatti hanno altro a cui pensare, non passano il loro tempo prezioso a giocare, hanno in mano le sorti del mondo!

Ecco quindi che Teo si industria da solo e decide di imparare il “trollese”, presentandosi davanti al nemico e convincendolo ad adattarsi al loro mondo. Così, attraverso Alice e Teo, a cui verrà anche intitolata una statua d’oro davanti alla scuola, il terribile Troll verrà a patti con i ragazzi: lui non mangerà più i bambini e smetterà di farli lavorare, mentre loro cercheranno di fare meno monellerie, diventando più responsabili.

In ogni piega del racconto si intrufola il sentire bambino, che guarda con i suoi occhi il mondo che ha davanti, in un racconto in cui si nota l’influsso inconfondibile di Roald Dahl, innervato da una vena surreale che nasconde però una quantità infinita di riferimenti e riverberi reali che interessano tutte le generazioni.

Nello spettacolo i bambini più piccoli si divertiranno e soffriranno in compagnia di Alice e Teo, i ragazzi più grandi affronteranno i temi disseminati nello spettacolo: l’essere diverso e straniero in una terra dove nessuno parla la tua lingua, cosa sia giusto o ingiusto, l’amaro sapore della dittatura, lo sfruttamento del lavoro minorile, il concetto di capro espiatorio; mentre infine gli adulti si rallegreranno nel vedersi sbeffeggiati, amando molto il linguaggio usato da Kelly per tratteggiare il mondo popolato, tra gli altri e come del resto nella triste realtà, dal Signor Creduloni, dal Signor Banali e dalla Signorina Voluttà.

Sandro Mabellini, nel mettere in scena il testo, oltre ad utilizzare un ritmo sempre serrato, azzarda un meccanismo proibito nel teatro ragazzi, cioè quello di far interpretare due bambini a due adulti. Lo fa però argutamente, tra narrazione e dialogo, accentuando i toni e le movenze, svuotandone così i modi bamboleggianti e facendo narrare le vicende in modo divertito e divertente da Liliana Benini ed Edoardo Chiabolotti, che con grande bravura si prestano ad una prova certo non facile.
Uno spettacolo per ragazzi divertente, fuori dai soliti canoni, che ha il dono di poter essere gustato ad ogni età in modo diverso ed intelligente.

Visto a Forlì, Teatro San Luigi, il 23 settembre 2020
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